Alfonsina De Filippis: Frida c'è, contro violenza di genere e diritti violati

399212_10151315526328491_915686845_nfrida-350x_vivimediaLa violenza sulle donne è in crescita allarmante e spesso capita che le vittime di abusi che decidono di denunciare si sentano sole, non tutelate dalle istituzioni. E' importante che si faccia rispettare la legge sullo stalking, che per la prima volta offre agli investigatori, ai poliziotti, ai Carabinieri e ai magistrati gli strumenti concreti per colpire chi commette abusi. Il fatto è che ancora manca un adeguato sistema organizzativo e strutturale che permetta l'utilizzo della legge stessa. I centri antiviolenza sono in numero insufficiente, soprattutto al sud. Le donne della provincia di Salerno possono contare su Frida, l'associazione con sede a Cava de' Tirreni guidata dalla combattiva e instancabile Alfonsina De Filippis che si batte contro la violenza di genere e sostiene chi vive una condizione di disagio o di discriminazione. Lo sportello antiviolenza FRIDA è attivo presso il consultorio familiare. Gli operatori sono in sede il giovedì pomeriggio (16.00-20.00) e il sabato mattina (9.00-12.30).
Alfonsina, come nasce Frida?
"Frida è nata nel 2008 come associazione incentrata sui problemi delle donne, dei minori e della violenza di genere. Poi ci si è prospettata l'occasione di aprire uno sportello antiviolenza che offrisse la possibilità di dare un appoggio concreto alle persone che vivono disagi e che subiscono violenze di ogni tipo: economiche, fisiche, sessuali e psicologiche. Lo sportello è nato in occasione della festa delle donne del 2012 grazie a due magnifiche persone, l'avvocato Marisa Annunziata e la dirigente Asl dottoressa Grazia Gentile. Loro hanno capito che noi avevamo bisogno di una sede, perchè operavamo per strada. Ci hanno offerto la possibilità di usufruire del consultorio in giorni e orari in cui il consultorio non è attivo, anche a tutela della privacy e per dare alle persone che si rivolgono a noi maggiore tranquillità. Queste due splendide donne hanno salvato la vita a Frida. Non smetterò mai di ringraziarle. Senza di loro non potremmo fare quello che stiamo facendo".
Come ti sei avvicinata a Frida?
"Ho conosciuto una ragazzina vittima di violenze sessuali nel 2009 e ho deciso, giurandolo a me stessa e a lei, che volevo fare qualcosa per il suo caso e per tutte le persone vittime di soprusi e violenze. Così è nata l'idea dell'associazione Frida. Ma presto ho capito che non mi bastava. Quando mi hanno eletto presidente, ho deciso che dovevamo fare di più e abbiamo lottato per aprire lo sportello ed essere veramente d'aiuto. A volte la vita ci offre opportunità che dobbiamo cogliere. Era il mio destino. Ora non potrei vivere senza questo impegno, a cui dedico - tolte le ore d'impegno con la scuola - tutto il mio tempo. Le mie figlie sono grandi ed impegnate fuori. Sono nonna due volte, vivo da sola con il mio cane e posso dare me stessa alle persone che hanno bisogno di Frida".
Quali attività svolgete?
"Seguiamo casi di vittime di stalking, mobbing, di abusi e violenze. Non si tratta sempre e solo di donne. Si rivolgono a noi anche gli uomini. Ne abbiamo seguito alcuni che avevano subito violenze fisiche e psicologiche da parte delle compagne o mogli. Allo sportello queste persone sanno di trovare accoglienza e supporto psicologico, innanzitutto. Con noi collaborano avvocati, ginecologi, medici, psicologi, sociologi e sindacalisti per rispondere ad ogni tipo di esigenza sottoposta dalle persone che si rivolgono a noi. Quello che ci aiuta molto sono gli ottimi rapporti di Frida con le forze dell'ordine. Cava in questo senso è un'isola felice perchè sia Carabinieri che Polizia ci supportano con alacre impegno. Pochi giorni fa sono stati i Carabinieri a chiederci aiuto per una situazione d'emergenza che hanno ritenuto richiedesse l'intervento di Frida".
Le persone che vi chiedono aiuto fino a che punto del loro percorso possono contare sul sostegno di Frida?
"Frida accompagna le persone che si rivolgono allo sportello dall'inizio del percorso fino alla fine, a titolo del tutto gratuito. C'è un primo colloquio in cui ci raccontano il tipo di problema che stanno vivendo. In quella sede già si fa una scelta su ciò che la vittima intende fare, se intende agire o cercare di convivere ancora con le sue difficoltà. A quel punto, a seconda del caso, attiviamo i nostri consulenti oppure si va - nei casi più drammatici - presso le forze dell'ordine a sporgere denuncia. Noi siamo volontarie, prima di iniziare siamo andate a vedere altre associazioni con lunghe esperienze in altri territori che ci hanno fatto capire come muoverci. I corsi di formazione, poi, ci hanno abilitato ad operare spaziando tra le problematiche più scottanti. I professionisti nei vari settori sostengono le vittime per tutta la durata del percorso".
Vi capita di affrontare casi di omosessualità e problematiche connesse?
"Abbiamo stretti rapporti con l'Arcigay. Abbiamo seguito casi di omosessuali che hanno subito violenza sessuale e ci hanno chiesto di essere aiutati. Abbiamo partecipato al Gay Pride. Laddove c'è violenza e violazione dei diritti della persona, Frida c'è sempre".
Sull'evento organizzato da Frida in occasione del giorno della Memoria si sono scatenate accese polemiche per lo spazio dato anche alla voce palestinese.
"Quest'anno abbiamo dato vita ad una tre giorni all'insegna della cultura e della solidarietà per tenere vivo il ricordo della Shoah, per non dimenticare. Ma abbiamo riflettuto sul fatto che ogni anno ci fermiamo a raccontarci questa pagina di storia terribile senza dare spazio anche a quello che succede oggi. C'è il rischio di non dimenticare ma di non far nulla per evitare che questa sciagura si ripeta. La storia non deve essere letta a senso unico. Laddove c'è un popolo che ha perso la propria dignità e che non viene riconosciuto, come quello palestinese, mi pare assurdo che non ci fermiamo a riflettere anche su questo. Così, il 27 gennaio, nella sala consiliare del Comune di Cava de’ Tirreni, abbiamo concluso il ciclo di eventi con l’incontro-dibattito 'Dopo la Shoah, quale futuro', con la partecipazione del delegato nazionale Mezzaluna Rossa Palestinese Yuosef Salman. Sulla facciata del Palazzo Comunale abbiamo voluto entrambe le bandiere, quella israeliana e quella palestinese. Il nostro ha voluto essere un messaggio di pace, un modo per parlare del conflitto di due popoli attraverso la voce di chi la vive realmente, perche sappiamo che la verità a volte può essere distorta. Vogliamo il massimo di rispetto per la Shoah, per le vittime dell'Olocausto e per Israele, ma mi pare strano che ci siano situazioni altrettanto gravi di cui si parla e si conosce poco. Yuosef Salman ci ha insegnato due cose meravigliose: ha parlato di due popoli che anche se con motivazioni diverse vivono la stessa sofferenza e ci ha invitato a non dimenticare il dolore di entrambi i popoli. E questo è un forte segnale di pace e di distensione. Questo era il nostro obiettivo. Non c'era intenzione di offendere alcuno. La reazione è stata dura contro Frida anche se le associazioni ad organizzare erano tre. Ci sono state davvero molte polemiche e questo la dice lunga sulla volontà di aprire un dialogo della comunità ebraica. Il cammino per arrivare alla pace mi pare non sia semplice".
Raccontaci qualche storia che più vi ha segnato.
"Sono talmente tante le storie che arrivano a Frida, tutte difficili. C'è una ragazza straniera, madre di una bimba e legata ad un uomo molto aggressivo e violento che spesso la sottoponeva a soprusi. Abbiamo dovuto farla accogliere in una comunità per impedire che le accadesse qualcosa di veramente drammatico. E' di pochi giorni fa, poi, la vicenda di una donna che ha chiesto il nostro intervento in piena notte e abbiamo scongiurato la tragedia. In entrambi i casi le forze dell'ordine ci hanno seguito e supportato. Stiamo seguendo i casi di due minori che hanno avuto bisogno del supporto dei nostri psicologi perchè a loro è capitato di assistere a vari episodi di violenza in famiglia. Ci è capitata la vicenda di una donna che ci ha chiesto aiuto dopo che il marito durante l'ennesimo episodio di violenza le ha fracassato il cranio. Tutte le storie che trattiamo meriterebbero di essere raccontate, ma la nostra esigenza primaria è quella di tutelare la privacy di queste persone, tenendole il più possibile nell'anonimato".
Vi è capitato di subire minacce?
"Purtroppo sì. Ci capita di affrontare vicende delicate e a volte ci siamo addentrate in situazioni molto attigue agli ambienti malavitosi. C'è stato un uomo che ha dato fuoco alla casa della moglie o altri casi con situazioni davvero critiche. La nostra è una missione. Ma noi non acceleriamo mai i tempi nè forziamo la mano, soprattutto nei casi in cui sono coinvolti minori".
Quali i prossimi progetti che Frida intende realizzare?
"Rafforzare la rete tra le associazioni, fondamentale per la nostra attività. Abbiamo il progetto di una fattoria sociale per disabili mentali dove potranno coltivare la terra, vendere i loro prodotti, allevare gli animali, provvedere a loro stessi e sentirsi utili una volta inseriti in una rete sociale che li aiuti a vivere meglio. I fondi sono stati stanziati e abbiamo trovato la struttura ideale. Abbiamo partecipato al bando di concorso insieme alla fondazione Cassa di Risparmio salernitana. La magia di Frida è quella di realizzare anche progetti che fino a poco prima ci sembravano solo sogni. Abbiamo intenzione di aprire altre sedi Frida e per fare ciò ci occorrerà la collaborazione di altri collaboratori volontari e di una sede, poichè al consultorio non abbiamo una stanza tutta per noi".
Frida può contare sul supporto delle istituzioni?
"Frida non riceve aiuti economici da enti locali ma vive e agisce solo ed esclusivamente grazie al sostegno degli associati e della comunità. Se escludiamo la collaborazione con le forze dell'ordine, Frida dimostra ogni giorno di farcela anche senza l'appoggio dell'amministrazione comunale. Avevamo chiesto un locale per il quale avremmo dato un contributo. Da altri Comuni ci hanno offerto l'opportunità di aprire uno sportello, ma non a Cava, dove storicamente c'è la nostra sede. Sarebbe bellissimo poter lavorare in tandem con l'Ente, anche perchè i benefici del nostro impegno si ripercuotono positivamente sulle istituzioni del territorio".