A Salerno un presidio di Libera

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Domenica pomeriggio don Luigi Ciotti sarà a Salerno alla chiesa del Volto Santo per inaugurare il presidio cittadino di Libera contro le mafie. È stato un percorso lungo ed entusiasmante che ha congiunto persone e associazioni uniti da comuni interessi sociali e passione civile. La bella notizia è che questa iniziativa è caratterizzata dalla presenza di molti ragazzi delle scuole superiori e studenti universitari i quali si sono ritrovati a discutere di educazione alla legalità senza l’usuale retorica a cui ci hanno abituato i tromboni di mestiere. Ecco cosa scrivono i giovani di Libera Salerno: “La conoscenza gioca un ruolo fondamentale nella lotta alle mafie. Gli organismi di tipo mafioso proliferano in maniera più naturale ove non c’è formazione… fanno affidamento sull’ignoranza, ovvero la mancata coscienza derivante da processi socio-culturali atti a formare gli individui in un’ottica di rispetto della legalità. Cultura e formazione costituiscono le basi fondamentali di una società solida e salda nei principi, ponendo le basi per il disconoscimento del metodo mafioso (violenza, prevaricazione, clientelismo, ricatto, schiavitù esistenziale) … il dato sempre crescente della dispersione scolastica, collegato a quello dell’aumento della microcriminalità circoscritta a livelli locali, costituisce un fenomeno preoccupante. Fornire una prospettiva futura anche attraverso il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie, utilizzandoli come strumenti per creare nuove forme e possibilità d’impegno volto al sociale, può costituire un passo importante in questa direzione. Inoltre, combattere la precarietà creando autodeterminazione e sostentamento per l’individuo, porterebbe a scalzare definitivamente quei meccanismi per cui il singolo sprovvisto di alternative individua come unica strada percorribile quella dell’agire criminale… Scuole e Università devono costituirsi presidi di legalità, luoghi di esercizio di cittadinanza, diventando dei veri e propri fari di responsabilità in cui si coltivano gli anticorpi alle mafie capaci di rigenerare il tessuto sociale circostante”.

Parole pesanti in sintonia con quanto ha affermato don Ciotti in una recente intervista su “L’Espresso” in cui propone di sostituire il termine usurato di antimafia (divenuto appannaggio di “quelli che ci hanno costruito sopra una falsa reputazione”) con responsabilità: “Sembra semplice, ma è la più impegnativa e basterebbe da sola a cambiare le cose”. Forse anche per questo è stata scelta la chiesa del Volto Santo, simbolo cittadino di impegno quotidiano che dura da oltre quarant’anni senza il clamore dei riflettori. C’è bisogno di umiltà quando si sceglie di stare dalla parte degli ultimi, delle vittime, dei giovani, dei disagiati. Il protagonismo lasciamolo ai professionisti dell’antimafia, ai politici imbellettati che mostrano i galloni ad elettori disillusi, ai borghesi che si riempiono gli occhi e le orecchie di inchieste giornalistiche sprofondati in comode poltrone, ai mitomani che sgomitano per ottenere un’apparizione televisiva, ai disonesti intellettuali che usano la memoria delle vittime per godere di una malsana celebrità. Buon lavoro al presidio di Libera, ai suoi giovani militanti, alle associazioni aderenti e alla comunità parrocchiale di Pastena che ancora una volta soffia anima nella vita associativa di questa nostra bella città.